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Due giovani calciatori poco più che diciottenni, la notte che precede il loro esordio in prima squadra. I sogni di gloria e l’immaturità per comprendere l’importanza del momento. L’amicizia e il tradimento. Un ingombrante segreto da custodire a tutti i costi. The Pass di John Donnelly porta il pubblico a misurarsi con un dilemma in apparenza semplice: da una parte, la ricerca del successo e dall’altra, il prezzo che si è disposti a pagare per ottenerlo. In un arco temporale lungo tutto un decennio, assistiamo alla parabola dell’ascesa e della caduta di Cristian, giovane calciatore pronto a tutto pur di ottenere la fama, anche a barattare la propria libertà. Fianco a fianco del suo protagonista, che ritroviamo sempre e solo in camere d’albergo, unica ambientazione di tutto il testo, Donnelly fotografa la vita di Cristian in tre fasi cruciali della sua carriera calcistica, l’esordio in prima squadra, l’apice e il tramonto, affrontando un quesito universale e quanto mai oggi urgente: cosa accade a chi rinuncia a una parte fondamentale di se stesso, a chi sacrifica la propria identità per rispondere alle aspettative altrui? Prendendo a pretesto un tema importante come quello dell’omofobia e calandolo nel luccicante e machista mondo del calcio, John Donnelly condensa tematiche fondanti del nostro tempo quali la costruzione dell’identità soggettiva, l’alienazione dell’uomo e la solitudine derivante dalla negazione della propria identità, l’invadenza dei media nella vita dei personaggi pubblici, la catalogazione dell’essere umano in forme cristallizzate che soffocano l’esistenza stessa. Non ergendosi mai a piedistallo moralizzatore né moralizzante, e senza mai esprimere giudizi netti, ma aderendo con onestà, senza eccessi e senza sconti, al percorso umano del protagonista.
Maurizio Mario Pepe