Rosencrantz e Guildenstern sono morti, ma ancora non lo sanno.
A dire il vero, Guildenstern lo sospetta, ma non ha il coraggio di dirlo ad alta voce. Rosencrantz, invece, non sembra sfiorato dal minimo presentimento, e tutte le stranezze che gli accadono attorno, non lo lasciano perplesso nemmeno un po’.
Sono in viaggio, o almeno è ciò che credono, visto che non si muovono mai. Sono stati convocati d’urgenza dal nuovo Re di Danimarca. Ed è lì che sono diretti.
Nel bel mezzo del viaggio, in un luogo in mezzo al nulla, appare improvvisamente una compagnia di Attori, capitanati da un irresistibile Capocomico. Sono specialisti del travestimento: recitano tragedie, cruenti storie d’amore saccheggiate agli italiani, piene di ritmo e cadaveri; ma all’occorrenza sanno cantare, danzare, suonare, eseguire pantomime comiche e tragiche, melodrammi e travestimenti. Alle brutte, il più giovane della compagnia è disponibile pure per i banali piaceri della carne! Agli occhi di Rosencrantz e Guildenstern sembrano soltanto dei miserabili disposti a tutto per poter mangiare.
A un certo punto, i comici – così come inaspettatamente sono apparsi – improvvisamente scompaiono. Rosencrantz e Guildenstern, non fanno nemmeno in tempo a spiegarsi come sia accaduto, che si ritrovano– senza sapere come – nel Castello di Elsinore, al cospetto del nuovo Re e della sua Regina: pare che Amleto, il Principe, sia andato fuori di testa dopo la morte improvvisa del suo vecchio padre, e a Corte non hanno trovato soluzione migliore che far richiamare loro due, suoi vecchi compagni di studi, per cercar di capire le ragioni di tale follia. Il Re e la Regina pregano loro di aiutarli promettendo ricompense enormi. Strano: sembra che somiglino a due comici della compagnia incontrata prima. Ma è solo una somiglianza. O almeno lo sperano. Poi appare Amleto, che è invecchiato e quasi non lo riconoscono. Sarà la stanchezza del viaggio, o non si sa cosa, ma anche lui assomiglia un po’ a uno degli attori. Effettivamente Amleto sembra matto: tratta male sua madre Gertrude, offende Ofelia, la sua fidanzata; a un certo punto ammazza Polonio.
Ma che sta succedendo a Rosencrantz e Guildenstern? E perché la salvezza del Regno ora grava sulle loro spalle? E com’è che a un certo punto si ritrovano su una nave assalita da dei pirati, nel bel mezzo di una tempesta? E com’è che pure su quella nave, improvvisamente riappaiono i Comici di prima?
Il teatro dell’assurdo si appropria del favoloso mondo elisabettiano. Ed è un’occasione imperdibile per ridere di gusto di tutte le idiosincrasie e le paure del signor William Shakespeare.
Leo Muscato