… Sullo spettacolo
OFELIA … E se cado?
GERTRUD Ti reggo io.
OFELIA E se cade lei?
GERTRUD Mi reggi tu.
OFELIA Insomma è tutto un reggersi l’uno con l’altro…
GERTRUD Sì più o meno…
“Reggersi l’uno con l’altro” è la terapia che Gertrud sceglie per guarire Ofelia.
E’ la terapia che Gertrud sceglie per guarire se stessa, per scappare da una vita piena di dolori e di solitudine.
Queste due donne si incontrano in un momento della loro vita in cui sono completamente sole e per sfuggire da questo incubo decidono di affidarsi l’una a l’altra.
Dal concetto di solitudine e dal contesto storico sono partito per ricercare, per sondare questo testo. Dopo circa due anni di studio ho incontrato le opere di Edith Piaff, una meravigliosa artista che mi ha illuminato la strada da seguire nella rilettura scenica dell’opera. Le sue canzoni mi hanno sedotto totalmente grazie al conflitto che possiamo ritrovare in molte di esse: un desiderio di vita e di libertà circondato da un grande alone di profonda solitudine.
Lei in un’intervista dichiara: “La morte mi fa paura, ma non più della solitudine”.
La Piaff (1915-1963) inoltre è molto legata agli eventi bellici dei suoi anni: nel 1940 le viene donata da un gendarme che sta per partire per il fronte la canzone L’accordeoniste, nel 1945 canta La vie en Rose che presto diventerà per i francesi l’inno del ritorno alla vita, nel 1956 canta No, je ne regrette rien che verrà in seguito da lei dedicata alla legione straniera occupata in quegli anni nella guerra in Algeria. Ancora adesso viene utilizzata per delle parate militari.
… Sull’opera
“Nel giardino la modernità incontra la Storia” era una delle metafore preferite da Hitler quando descriveva l’opera di disinfestazione da parassiti, pidocchi ed erbacce a cui stava sottoponendo l’Europa negli anni del nazismo.
“L’immagine del giardino ha molto lavorato sulla fantasia”, “Nel giardino troviamo mentre si aggira smarrita in cerca di fiori la folle Ofelia di William Shakespeare”, “Ofelia e Gertrude le due donne dell’Amleto”… dice l’autore Pietro Floridia.
Suggestioni shakespeareane: Ofelia è come un cristallo che cede al carico di dolore e violenza che la sovrasta e impazzisce come il ramo del salice si piega fino a spezzarsi. Lei torna tra le acque. Torna a quella madre che per tutta la vicenda è stata assente. Ofelia è circondata da uomini. Dalla violenza che solo gli uomini sanno generare in quel modo.
“Il rapporto di Ofelia con una madre assente mi ha molto influenzato nell’immaginare il rapporto con l’infermiera Gertrud” continua l’autore.
Anche l’infermiera Gertrud nasce sotto il segno di Shakespeare.
La regina Gertrud, l’amante del tiranno. “Non parlar più, Amleto. Mi fai volgere gli occhi nel fondo della mia anima. E là vedo macchie così nere e profonde che non potranno più cancellarsi”.
La connivenza con il male.
Gertrud cammina su un filo.
Da un lato ha il figlio che le chiede di redimersi, di smettere di stare nello stesso letto con l’assassino; dall’altro ha il tiranno che la lusinga, che la fa sentire donna, forse per la prima volta. Lei vittima del potere ma carnefice della persona da lei più amata.
Persone normali, non mostri, che, giorno dopo giorno, agivano, complici tanti fattori, da carnefici.